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Archive for the ‘Telefonia’ Category

le ultime novità al Mobile World Congress di Barcellona

Il mercato dei cellulari attira anche i produttori di hardware e di navigatori satellitari

BARCELLONA – Se i telefonini fanno ormai concorrenza ai navigatori satellitari, perché mai un navigatore satellitare non dovrebbe fare concorrenza ad un telefonino? E se i produttori di telefoni ormai sfornano apparecchi ultra sofisticati che con l’aggiunta continua di funzioni sono diventati in tutto e per tutto dei computer da tasca, per quale motivo un produttore di pc non dovrebbe usare il proprio know how per buttarsi a capofitto anche nel mercato della telefonia? E la risposta che arriva dal Mobile World Congress di Barcellona è in effetti che no, non ci sono controindicazioni. Così, tra le tante novità dell’edizione 2009, vanno registrati due debutti eccellenti, ovvero Acer e Garmin, rispettivamente terzo produttore al mondo di personal computer e leader mondiale nel campo della navigazione satellitare, che per la prima volta si gettano in un’arena telefonica che ha sì i suoi grandi campioni un pezzo avanti agli altri, ma che vede in lizza un sempre maggiore numero di competitors nei cinque continenti.

ACER – Acer ha un’ambizione molto forte: rendere possibile per chiunque l’upgrade dal telefono tradizionale allo smartphone. E per fare questo, tra gli otto modelli di telefoni presentati alla convention spagnola, ne prevede in particolare uno che Aymar de Lencquesaing, vicepresidente del gruppo capitanato dall’italiano Gianfranco Lanci, si rifiuta di definire “low cost”, soprattutto per l’accezione non sempre positiva che accompagna questa locuzione, ma che con un prezzo di vendita ancora non stabilito ma “che potrà andare da 0 a 50 euro”, a costo “low” – e quindi alla portata di molti – lo sarà veramente.
GARMIN –
Garmin lancia invece due modelli di smartphone full touch, i Nüvifone M20 e G60, prodotti con Asus, che integrano la navigazione satellitare con le funzioni di telefono, i servizi di entertainment e la ricerca di informazioni attraverso Google, con la possibilità che le informazioni raccolte si trasformino direttamente in istruzioni per impostare il navigatore. Il Wmc è la principale ventrina per presentare al mondo le novità di un settore che, nonostante la crisi, non sembra conoscere recessione. E anche questa volta le attese non sono andate deluse.

I MODELLI DI PUNTA – Molti grandi marchi ne hanno approfittato per lanciare o annunciare i nuovi modelli di punta. Nokia accende i riflettori sull’E75 e soprattutto sull’N97, che a giugno sarà già sul mercato con la funzione integrata di accesso all’OviStore; Toshiba si getta sull’ultrasottile e propone il Tg01, che punta molto sull’alta definizione del proprio schermo multitouch (tipo quello dell’iPhone) da 4,1 pollici; Samsung presenta la nuova versione di Omnia, per la quale sarà presto disponibile uno specifico negozio online sul modello dell’AppStore di Apple e di quelli già annunciati da Nokia e Microsoft; Lg mette in evidenza Arena, un telefono che gioca molte delle proprie carte sulla multimedialità (offre ad esempio il suono Dolby e un’interfaccia tridimensionale molto user friendly), e Style, il telefono con la tastiera estraibile trasparente. In tempi di grande attenzione alle tematiche ecologiche non potevano non arrivare i telefonini amici dell’ambiente, come il Blue Earth di Samsung e il Coral 200 solar di Zte che dispongono di un sistema di carica delle batterie a energia solare. E visto che il telefono ci accompagna ormai praticamente ovunque, molti produttori hanno pensato bene di varare dei modelli completamente “water-proof” – da Docomo alla stessa Toshiba -, per scongiurare perdite di dati nel caso di una caduta accidentale dell’apparecchio in mare o nella vasca da bagno. Docomo ha studiato anche un modello specifico per i bambini, facile da usare ma dotato soprattutto di una catenella da tirare in caso di pericolo (il bimbo si perde, si ritrova solo o circondato da malintenzionati) che fa scattare un allarme sonoro tipo antifurto dell’auto e che automaticamente segnala via sms la sua presenza al cellulare dei genitori. Non sempre di un apparecchio si valuta la sola utilità. A volte entrano in gioco altri fattori. Come lo charme che il dispositivo stesso può esercitare grazie ad un’estetica ricercata. E’ il caso dell’Aura con ghiera di diamanti disegnato da Alex Amosu, il più fotografato e ammirato allo stand Motorola (ma esiste anche la versione senza brillanti, comunque stilosa e curata nei dettagli, a partire dai 200 componenti e dalle 130 sfere che fanno ruotare il flip circolare). O del telefono-orologio touch screen di Lg, che un tempo si poteva immaginare solo al polso dell’agente 007 e che oggi è una realtà in diverse varianti, tra cui quella firmata Prada.

FUTURO – E mentre Gsma, il consorzio che raccoglie oltre 750 operatori della telefonia e 200 aziende produttrici di hardware e di software e che promuove il Mobile World Congress, firma assieme a 17 grandi marchi l’impegno a definire entro il 2012 un unico standard di caricabatteria per i telefonini, da Qualcomm arriva l’”e-zone”, un’ipotesi di come potrebbe evolvere un’operazione quotidiana e noiosa come la ricarica delle batterie. Si tratta di uno speciale svuotatasche su cui appoggiare il telefono (e anche gli altri oggetti che ci si ritrova al rientro in casa)e che grazie ad uno speciale dispositivo a impulsi elettrici è in grado di ridare energia alla batteria (consentendo tra l’altro all’utente di utilizzare il dispositivo in vivavoce anche durante la ricarica). Infine, nei giorni in cui molte compagnie presentano il proprio negozio virtuale, Sony Ericsson lancia quello che potrebbe diventare il nuovo “bancomat” dei contenuti multimediali: una download station che, posizionata in negozi e centri commerciali, consentirà agli utenti di scaricare direttamente nel cellulare film, brani musicali, giochi e altre applicazioni in pochissimo tempo e bypassando l’utilizzo del pc o la connessione diretta dal telefono. Il vantaggio? Un film completo passa dalla stazione di trasferimento (grande praticamente quanto un laptop aperto) al telefonino in circa tre minuti e senza il rischio di cadute improvvise della linea (l’apparecchio è offline ed è il gestore a provvedere periodicamente all’aggiornamento del magazzino dei titoli). Per ora il dispositivo è in fase di sperimentazione in alcune città asiatiche, a Singapore e in Malaysia in particolare. Ma se come ci si aspetta i risultati saranno positivi, il nuovo sistema potrà presto sbarcare anche in Europa.

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Interviene quando il cellulare «viaggia» oltre certe velocità e mista automaticamente le chiamate

 

La persona che stai cercando è impegnata alla guida: si prega di lasciare un messaggio o di richiamare in un altro momento. Questa è la voce del software DriveAssist che, come suggerisce il nome, è un assistente personale dell’automobilista, una sorta di angelo custode premuroso e giustamente apprensivo che scoraggia (per usare un eufemismo) eventuali interlocutori telefonici che importunano il guidatore. Brevettato dalla società canadese Aegis Mobility, DriveAssist è talmente equilibrato ed elastico da rendersi conto che esistono anche telefonate urgenti, in cui un contatto immediato potrebbe risolvere situazioni di crisi, e in tal caso chiude un occhio e avverte il conduttore dell’auto dell’emergenza.

COME FUNZIONA – La piattaforma tecnologica è in grado di riconoscere la velocità con cui si muove il proprietario del telefonino, interpretandola, oltre certi livelli, come un chiaro segnale del fatto che l’utente si trovi in macchina. In tal caso DriveAssist entra in azione, proprio come un segretario, smista le telefonate e allerta il network cellulare, raccomandando di rimandare la telefonata o il messaggio finché la macchina non si fermi. Infine, se richiesto, il software può informare l’interlocutore su dove si trova il destinatario della telefonata, tramite il servizio

GPS. PRIVACY E DISCREZIONE – All’apparenza potrebbe sembrare un po’ impiccione, ma non bisogna dimenticarsi che è l’utente a impostarlo (e ancor prima a comprarlo), evidentemente conscio dei rischi delle telefonate al volante. È sempre l’automobilista a suggerire al proprio assistente virtuale i numeri prioritari e i contatti secondari da bloccare. Rimane poco chiaro come il software possa distinguere la situazione in cui l’utente sia al volante da situazioni analoghe in cui l’utente si trovi in treno o sull’autobus, per esempio, oppure in macchina ma al posto del passeggero.

TELEFONINO AL VOLANTE – Secondo la Royal Society for the Prevention of Accidents (RoSPA) britannica solo lo scorso anno in Inghilterra sono morte 25 persone per "colpa" dell’uso telefonino alla guida. È ormai dimostrato che il cellulare sia una fonte di distrazione che può rivelarsi anche fatale se la guida della vettura esige in quel momento un particolare stato di attenzione. Ma sul banco degli imputati, tra i congegni che più deconcentrano gli automobilisti, non ci sono solo i telefonini: la musica, il climatizzatore e altri congegni di sicurezza sono spesso causa di scarsa attenzione, contribuendo complessivamente (cellulari compresi) al 12 per cento di tutti gli incidenti registrati.

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e c’e’ anche la possibilita’ di renderlo inutilizzabile

In vendita diversi software che permettono di rintracciare il proprio cellulare anche se è stata cambiata la sim

Vi hanno rubato il cellulare? Nessun problema. Ora sono nati diversi sistemi per rendere inutilizzabile il telefonino sottratto ai legittimi proprietari dai ladri.

SOFTWARE PER CELLULARE – Una nuova generazione di telefonini resi «intelligenti» attraverso appositi software permetterà infatti d’ora in poi ai proprietari di risalire ai propri dati come la rubrica o anche di localizzarli e poi disattivarli anche se i cellulari sono stati persi o rubati.

«Mobile SuperHero» (da http://www.yougetitback.com)

Una società americana appena costituita, la «Maverick Mobile» ha ideato uno di questi sistemi. «Dopo aver perso due cellulari, uno in un taxi a Londra e un altro a un grande matrimonio indiano» racconta il fondatore dell’impresa, Sujit Jain, «ero molto stressato e arrabbiato. Allora ho pensato ad un’applicazione in grado di conservare i dati memorizzati sul telefonino anche in caso di smarrimento o di furto dello stesso». Il software denominato «Maverick Secure Mobile» si installa nella memoria del telefono e non in quella della Sim card che collega l’utente al suo gestore telefonico. L’applicazione funziona in modo nascosto e memorizza la rubrica e altri dati anche se viene cambiata la Sim card. Inoltre fornisce ad un altro telefonino del proprietario precedentemente memorizzato il numero della nuova Sim inserita: ciò rende il cellulare inutilizzabile per i ladri, pena essere smascherati dal legittimo proprietario dell’apparecchio. Il software invia inoltre al proprietario i numeri chiamati dal ladro e perfino i messaggi spediti. Per finire il telefonino intelligente si mette a suonare in modo insopportabile finchè non vengono estratte le batterie e in caso di reinserimento delle stesse riprende a squillare.

TELEFONINI RINTRACCIABILI OVUNQUE – Ma il software che rende il cellulare a prova di ladro presentato dalla Maverick non è l’unico a sbarcare sul mercato statunitense. Molto interessante è anche «Mobile SuperHero» un programma invenzione di un’altra startup Usa, la «Yougetitback.com», che è già acquistabile sul web al prezzo di 19,99 euro all’anno. Con questa applicazione è possibile localizzare il proprio telefonino perso o rubato ma anche un iPod o un palmare ovunque si trovino. «Un utente di New York può ad esempio scoprire che il suo cellulare è finito in Texas – spiega il titolare della società, Franck Hannigan – e può disattivarlo anche da lontano grazie a questa tecnologia che tramite Internet e il Gps rintraccia il cellulare anche se è stata cambiata la Sim card».

Per non parlare della possibilità di bloccare il telefono tramite IMEI e gestore telefonico 😉

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Un software permette di creare sul Web con il telefonino percorsi da condividere con gli amici

Chiunque si sia perso cercando di trovare in vacanza un posto attraverso il racconto di un amico, sa che la risposta alla domanda «Dove sono?» non è affatto scontata. Guide, cartine, e più recentemente navigatori gps e mappe satellitari hanno tentato di rispondere a questo interrogativo, fornendo indicazioni sempre più dettagliate, anche se il più delle volte sono stati messi sotto scacco dall’irriproducibilità dell’esperienza umana, che ti permette di parlare di un posto anche se non sai precisamente dov’è.

IL SOFTWARE – Nokia, celebre produttore finlandese di telefonini e ora molto attivo nel campo dei servizi digitali (ha acquisito alla fine dell’anno scorso per 8,1 miliardi di dollari il colosso Usa della cartografia Navteq) ne ha appena lanciato uno che ha lo scopo di far condividere le esperienze permettendo di ripercorrere gli stessi passi di un parente o un amico o anche soltanto di seguire quasi in tempo reale il viaggio che sta facendo. Senza contare il fatto che permette a chi lo utilizza di ritrovare in futuro quella spiaggetta imperdibile, o la radura incantata di una passeggiata nel bosco visitato in estate. Nokia Sports Tracker è un software, scaricabile su un ampia gamma di cellulari, che permette di registrare automaticamente all’interno di un diario digitale informazioni sulla località (fornendo costantemente longitudine e latitudine), la distanza percorsa e il tempo impiegato. L’utente può inoltre salvare i propri percorsi e condividerli su internet. Il software è pensato principalmente per essere utilizzato da chi ama i percorsi al di fuori delle rotte conosciute (trekking, ma anche passeggiate per chi va a caccia di funghi o vuole segnalare un posto particolarmente bello) e vuole tenere traccia del proprio viaggio anche per condividerlo con gli amici tramite la tecnologia di localizzazione Gps.

COME FUNZIONA – Le foto caricate dal proprio dispositivo tramite la funzione "upload” dello Sports Tracker vengono posizionate automaticamente lungo il percorso a seconda di quando sono state scattate. Il Tracker consente di salvare e condividere la propria posizione con parenti e amici, che saranno così in grado di seguire il percorso del viaggiatore in tutto il mondo dal proprio computer o anche dal proprio cellulare. Oltre a tenere traccia dei viaggi e condividerli con altri, il Tracker può anche avere un fine più prettamente sportivo: consente infatti anche di salvare i dati relativi al proprio allenamento, ai percorsi automobilistici, alle rotte nautiche e persino aeree. Il Tracker è attualmente disponibile a uno degli indirizzi di Nokia e si può scaricare gratuitamente. Sul sito del servizio Sports Tracker Beta, gli utenti dell’applicazione potranno condividere e confrontare con gli amici i percorsi effettuati. Una volta registrati, gli utenti potranno caricare e rivedere gli ultimi percorsi, le fotografie scattate e il resoconto della distanza, della durata e della velocità totale dei loro viaggi. Potranno inoltre condividere tutto ciò con gli amici o con la community Sports Tracker. I percorsi seguiti da altre persone potranno anche essere esplorati in base alla località, in modo da poter trovare tutti quegli itinerari che nessuna guida è ancora in grado di dare. Combinando il Gps, altri sensori e hardware (ad esempio un cardiofrequenzimetro), il Tracker permette inoltre agli utenti, sia di registrare la località, il percorso, la velocità, la distanza, il battito cardiaco e il tempo, sia di programmare e registrare percorsi. In modo di mettersi in una vera e propria competizione sportiva con i propri amici.

LA PROVA – Chi scrive ha provato il nuovo servizio digitale in una gara a squadre podistico-fotografica organizzata nel Parco delle Cinque Terre con altri colleghi. Dopo 5 km di camminata veloce intervallata da una rapida organizzazione di set fotografici sui colli tra Monterosso e Vernazza (percorsi in 1 ora e 39 minuti, secondo miglior tempo, per la cronaca il gruppo vincitore ha impiegato 4 minuti di meno) tutto il percorso e le 44 fotografie allegate sono state scaricate in pochi minuti e poco dopo la fine della gara era già possibile commentare e condividere sul web tutte le difficoltà dell’itinerario. Il nuovo software si è rivelato tutto sommato un modo divertente per condividere le proprie esperienze anche con gli amici più lontani.

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Il 3 aprile 1973 la prima telefonata con un cellulare. Da allora ha cambiato l’economia e la società

È stato il capitano Kirk a ispirare la nascita del primo telefono cellulare, che compie trentacinque anni di vita. Martin Cooper, il suo inventore, ha dichiarato più volte di aver voluto realizzare il sistema di comunicazione usato dall’equipaggio di Star Trek nella prima serie della fiction fantascientifica. La prima telefonata Cooper, allora direttore della ricerca in Motorola, la fece al suo "rivale" Joel Engel, dei Bell Labs di At&t, passeggiando nelle strade di New York il 3 aprile 1973. Il cellulare che usò era un DynaTAC, capostipite della fortunata serie costituita dal MicroTac e dallo StarTac, ed era piuttosto ingombrante – un mattone di 24 centimetri pesante più di un chilo – aveva un’autonomia di trentacinque minuti di conversazione e si ricaricava in dieci ore.

IMPATTO SOCIALE – Al di là dell’impatto economico per i produttori, gli operatori di telefonia mobile e per come ha modificato il modo di lavorare degli utenti, il telefonino, sempre più leggero e multifunzione e sempre più diffuso nel mondo, ha avuto un notevole impatto sulle abitudini e i costumi. E non poteva essere diversamente, visto che dal 1983, anno in cui sono iniziate le offerte commerciali per gli abbonamenti agli operatori mobili, la percentuale di diffusione tra la popolazione del piccolo oggetto non ha conosciuto soste. Una crescita costante che è giunta a tre miliardi di dispositivi in circolazione, e una penetrazione nei Paesi più industrializzati che supera il cento per cento (in Italia si arriva al 150 per cento). Il telefonino ha cambiato il nostro modo di comunicare, di prendere appuntamenti, di memorizzare, di parlare e di scrivere, di divorziare e illuminare le stanze buie. Diventa uno strumento indispensabile, estensione di memoria e trampolino ideale per decidere sempre all’ultimo momento cosa fare e con chi. Si trasforma in uno strumento sempre più usato nei processi penali, e fonte di molti dissapori di coppia, depositario e registratore infallibile di parte della nostra vita. È diventato addirittura, leggermente modificato, una economica cimice per le intercettazioni ambientali.

Ci ha abituato a esprimere un concetto e instaurare una comunicazione in 160 caratteri, ne sono fioriti nuovi linguaggi. E i software di scrittura veloce (i T9) hanno gettato benzina sul fuoco dell’innovazione semiotica giovanile, con un proliferare di nuovi segni, simboli e termini spesso privi di vocale, come le lingue semitiche (ebraico e aramaico) usate per scrivere la Bibbia. Da quando i modelli sono stati corredati di macchine fotografiche e poi di videocamere ha stimolato nuove forme artistiche (a Parigi ogni anno si tiene il Pocket film festival), un irrefrenabile desiderio di inventarsi registi di video e ha contribuito a illustrare e denunciare fatti di cronaca. Ha favorito la solidarietà (memorabile la campagna di donazioni in occasione dello tsunami del Natale 2004 nell’Oceano indiano) e aiutato la diffusione delle informazioni, con i servizi di breaking news.

INTERNET IN TASCA – E quello che è successo potrà essere superato dai prossimi sviluppi di un mercato che ancora cresce e si differenzia. Ora sempre più il telefonino è porta d’accesso al web in mobilità, presto si potrà usare come un bancomat o una chiave di casa. Già molti lo usano per leggere le e-mail. Nuovi attori giunti recentemente sul mercato contribuiscono a rendere il telefonino un oggetto in continua mutazione. Apple con l’iPhone e la recente iniziativa promossa da Google di un sistema operativo open source, Android, portano innovazione e un nuovo modo di concepire un oggetto da cui facciamo molta fatica ad allontanarci. Paradossalmente con ogni probabilità non farà più parte dei produttori di dispositivi mobili Motorola, che proprio in coincidenza col trentacinquesimo anniversario dal suo primo grande successo ha deciso, sotto le pressioni di alcuni importanti investitori, di mettere in vendita la divisione di produzione di telefonini e smartphone, per dedicarsi alle tecnologie di Rete e ai servizi, al WiMax e alle altre evoluzioni della terza generazione di telefonia mobile, quelle che aumenteranno le capacità di trasmissione dati. La rivoluzione – anche quella sui nostri costumi – continua.

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La compagnia di Bombay "Spice" lo metterà in vendita da marzo a soli 13 euro

Appena qualche mese fa l’India ha presentato l’automobile più economica al mondo (la Tata Nano. prezzo 2.500 dollari). Ora è in arrivo quello che è già stato soprannominato il «cellulare del popolo». Per il telefonino "low cost", infatti, si sborserà appena 20 dollari (circa 13 euro). La compagnia di Bombay Spice intende sbarcare già dal prossimo mese sul vasto e popoloso continente asiatico ed aggiudicarsi una grossa fetta del mercato mondiale detenuto finora da Nokia, leader indiscusso del settore.

PRIVO DI SCHERMO – «Solo la metà delle persone che abitano in tutto il mondo usa i cellulari al momento. Il problema è il costo del telefono. Questo cellulare è pensato per i restanti 3 miliardi di persone che ancora non ne posseggono uno», ha detto Bhupendra Kumar Modi, presidente della compagnia telefonica indiana in occasione della presentazione durante la grande fiera del settore, "Mobile World Congress", in corso a Barcellona. L’apparecchio non disporrà della moltitudine di funzioni presenti nei cellulari di ultima generazione. Sarà quindi privo dello schermo e di tutte quelle funzioni non indispensabili. «È solo un telefono», ha detto Modi del suo "People’s Phone".

L’OBIETTIVO? VENDERNE ALMENO DIECI MILIONI – In India ad oggi si stima che siano almeno 870 milioni i possessori di almeno un cellulare su una popolazione di 1,1 miliardi di persone. L’ambizioso progetto di Spice prevede di vendere almeno 10 milioni di questi modelli nei prossimi 12 mesi. Il telefonino sarà venduto sui mercati asiatici dall’Iraq all’Indonesia, e verranno introdotti man mano nuovi modelli dal costo contenuto tra i 10 e i 20 dollari.

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TELEFONIA MOBILE

Presto il telefono della «mela morsicata» potrebbe avere due nuovi concorrenti: NuviPhone e, forse, GPhone

In prossimità della rassegna «3GSM» di Barcellona i rumors su ipotetici o effettivi rivali dell’iPhone si riaccendono. Del resto ormai ogni nuova entrata nel mercato dei cellulari e degli smartphone fa pensare a un possibile antagonista del telefonino della mela morsicata.

UVIPHONE – Da una parte c’è la notizia, certa, dell’ingresso del NuviPhone, firmato da Garmin, uno dei brand più noti per i suoi sistemi di navigazione satellitare. E proprio in onore ai natali, il NuviPhone disporrà, oltre a tutte le funzioni di un cellulare di ultima generazione, della

Il Nuviphone (gizmodo.com)

geolocalizzazione, attraverso le mappe, anche per chi ha necessità di trovare un posto a piedi. Sarà un telefonino di fascia alta, 3G, Wi-Fi e touchscreen da 3,5 pollici, ma soprattutto, grazie al modulo GPS integrato e al know-how dell’azienda del Kansas che lo produce, punterà TITTP sulle mappe.

GPHONE – Meno certo è invece il tanto decantato, smentito e ipotizzato ingresso di Google nel mercato della telefonia mobile. Oltre alla piattaforma software per dispositivi mobili (Android), continuano a inseguirsi le voci su un equivalente dell’iPhone, ribattezzato fin troppo banalmente GPhone. L’ultimissimo rumor a riguardo fa riferimento a una partnership tra Google e Dell. I due colossi potrebbero presentare un cellulare nuovo proprio durante l’evento di Barcellona. Altri particolari a riguardo non sono noti, e da Mountain View per il momento è arrivata la smentita. Sarà la volta buona? Ormai le speculazioni si susseguono da tempo e se non altro si spera che Barcellona risolva il giallo GPhone. Una volta per tutte.

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Il “Lego” hi-tech

Un amico mi segnala un’iniziativa non proprio nuovissima ma che finalmente è entrata nel vivo. Si tratta dei prodotti della Bug Labs che si propone come una sorta di produttore di hardware open source, ossia gingilli che vanno dal navigatore satellitare alla macchina fotografica digitale allo schermino lcd portatile da montare assieme come si desidera, perché l’utente finale possa così creare il giocattolino hi-tech di cui ha bisogno o semplicemente che le sue fantasie più sfrenate avevano sempre desiderato, ma che in commercio non c’era.
Il tutto fa a capo al BugBase "Hiro P" edition, ossia un computerino aggiornabile attorno al quale costruire il proprio gadget, gestito quindi con software anch’esso libero e "hackerabile" a piacimento. L’azienda newyorchese – che con questa operazione si propone di "mandare in tilt il mercato dell’elettronica di consumo" – ha anche aperto una community dove i "buggari" possono scambiarsi idee, patch e migliorie, addirittura una Bug Wiki dove la costruzione di nuovi hardware diventa conoscenza e coscienza comune da parte di tutti gli utenti.
Idea senz’altro affascinante e dai possibili sviluppi semi-rivoluzionari. Che è venuta al ceo dell’azienda, Peter Semmelhack, un mese dopo l’11 settembre 2001 quando nacque suo figlio: "Vivevamo tutti nella paura e io avrei voluto tanto un oggeto che sul mercato non esisteva, ossia un navigatore che ogni 10 minuti si accendesse da solo avvisandomi dove i miei cari si trovavano in quel momento. L’oggetto non esisteva e non sarebbe mai esistito, perché non avrebbe mai avuto un mercato sufficiente" . L’idea montò nei giorni a  seguire fino alla conclusione che sarebbe stato geniale produrre pezzi di hardware da montare assieme per creare il gadget del desiderio.
Ed ecco qui Bug Labs: i prodotti ci sono da vedere, poi però per comprarli dovremo aspettare ancora un annetto. Ma a quel punto, però, la macchina del caffè che alla mattina ti legge i quotidiani mentre delicatamente ti carezza i capelli per darti un ri-benvenuto soft al mondo sarà finalmente una realtà.

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