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 E’ la stessa rete a mettere alla prova i cyber-entusiasti con l’antidoto allo stress da web. Via le mani dalla tastiera

Ammettiamolo: quanto può essere snervante a volte navigare sul web? Che sia per lavoro o semplice passatempo trascorriamo ore e ore davanti allo schermo del pc; connessi ininterrottamente alla Rete, con l’indice premuto costantemente al tasto sinistro del mouse. E con il cervello concentrato sul susseguirsi rapido di notizie, dati e informazioni di ogni tipo. Ci vuole una dieta tecnologica dimagrante, o perlomeno un break. Bastano due minuti. Staccate e rilassatevi. Magari con le onde del mare in sottofondo e un tramonto mozzafiato per calmare gli occhi affaticati. Il rimedio si chiama «Do Nothing For 2 Minutes la pagina su Internet destinata ai workaholic 2.0.

 

OLTRE IL POSSIBILE – Non fate (assolutamente) nulla per 2 minuti. Impossibile? Certo, la prova non è semplice: la vita online è un palinsesto personale in continuo aggiornamento. Il sito creato da Alex Tew è banale, ma al contempo geniale: aprendo la pagina compare l’immagine di un tramonto sull’oceano ed il suono delle onde che si infrangono sulla riva. Una scritta invita il cyberentusiasta a distendersi e a non toccare il dispositivo tecnologico. Dunque: via le mani dalla tastiera, dal mouse, dallo scroll. Parte il cronometro. 120 secondi che, tuttavia, a molti utenti-dipendenti possono sembrare un’eternità. Qualsiasi azione azzererà immediatamente il conto alla rovescia e la scritta «fail» (prova fallita) apparirà sullo schermo. «Do Nothing For 2 Minutes» è una sorta di «spazio zen» online. In poche ore il sito è già stato visitato (e scambiato sui social network) centinaia di migliaia di volte.

IL RAGAZZO DA UN MILIONE DI PIXEL – Colui che si nasconde dietro questa idea bislacca non è uno sconosciuto, ma Alex Tew, oggi a capo della società PopJam, lo studente universitario britannico che qualche anno fa fece scalpore nella blogosfera con la sua pagina Million Dollar Homepage. Nel 2005 l’allora ventunenne di Cricklade, nel Wiltshire, aveva infatti raccolto in poco tempo centinaia di migliaia di dollari vendendo pixel, ovvero i puntini luminosi che compongono le immagini sullo schermo del computer. Una corbelleria che lo fece diventare ben presto milionario. Sul suo conto arrivò più di un milione di dollari dopo sole quattro settimane dal lancio. L’idea, incredibile e geniale, Alex racconta di averla avuta riflettendo sulla moltitudine di informazioni a cui gli utenti sono esposti a ogni ora del giorno e al potenziale pericolo che questo sovraccarico comporta per la nostra testa. In ogni caso, si legge nei commenti (entusiastici) di coloro che hanno sfidato il sito di Alex (anche il sottoscritto), «a volte bastano veramente solo due minuti per mettere un po’ di ordine al nostro “disco fisso biologico”, troppo spesso scombussolato da Internet».

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