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Posts Tagged ‘Google’

Mentre Facebook lancia nuovi bottoni per far circolare i contenuti online ,Google annuncia la fine del periodo a inviti e apre a tutti (o meglio a chi ne abbia voglia) il suo Google+. Il social network di Big G inoltre punta pesantamente sulle funzioni di videochat, anzi sui videoincontri come li chiamano loro (a me fa tanto chat erotica… “Videoincontrami, mmmm”). Le novità sono presentate sul blog ufficiale di Google, che elenca i 100 miglioramentiche la piattaforma social ha implementato dal giorno zero a oggi.

Vediamo se stavolta, con l’apertura a tutti, Google riuscirà a ritagliarsi un posto alla ricca tavola dei social network. Nel mio piccolo, a fronte di pochi amici entusiasti di “guglplas” e parecchio attivi, ho una pletora di conoscenti che lo snobbano del tutto oppure si sono iscritti ma non condividono nulla. In compenso la mia Gmail è spammata quotidianamente da  sconosciuti che mi hanno aggiunto alle loro “Cerchie” (devo decidermi a togliere l’alert). E condividere un album di foto Picasa con poche persone scelte è diventato molto più complicato dell’era pre-Plus. Di certo, rispetto a Facebook, Google+ è meno intuitivo anche se più versatile. Temo che il fattore usabilità possa rivelarsi decisivo, ma il volume di fuoco messo in campo da Mountain View, anche e soprattutto sul fronte smartphone (videoincontri su piattaforma Android e a breve anche iOs), è notevole.

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Con l’aggiornamento dell’algoritmo di ricerca denominato Panda Update, Google dichiara ufficialmente guerra alle Content Farm, cercando di dare minor peso ai loro contenuti nei risultati di ricerca e dare un vantaggio ai veri produttori di contenuti originali.
Per chi non sapesse cos’è una Content Farm, si può dire sia una sorta di aggregatore di notizie che aggiunge poco o nulla di nuovo alle informazioni della fonte originale e che punta molto sulla quantità, spesso copiando i contenuti di altri siti. Come sappiamo, l’algoritmo di Google premia sicuramente gli aggiornamenti costanti e forse qualcuno ne ha abusato veramente troppo in passato, scalando i risultati di ricerca.

Chiunque abbia un blog od un sito, avrà notato che spesso e volentieri si viene superati nei risultati di ricerca da aggregatori che magari dal motore di ricerca vengono considerati siti con più autorità, magari soltanto perché risultano online da tanto tempo e dispongono di moltio contenuti, anche se magari di pessima qualità perchè “copiati” (anche se la maggior parte degli aggregatori riporta una parte degli articoli e poi rimanda al post originale mediante un link).

Ecco quindi tutti i siti con il traffico crollato dopo l’aggiornamento dell’algoritmo di google, si tratta di crolli a 2 cifre quasi sempre superiori al 50% che colpiscono molte content farm (fonte searchmetrics):

 

Ecco invece chi ha tratto beneficio dalle nuove ricerche di Google Panda guadagnando un bel po’ di visitatori in più a discapito delle content farm:

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Compiendo ricerche su Google si  basate sul Cost-per-Action: l’inserzionista paga soltanto se l’utente acquista

Google sta per introdurre tra i propri canali AdWords i cosiddetti “Product Listing Ads“. Trattasi di piccole vetrine che, posizionate su Google durante le proprie ricerche online, mettono l’utente nelle condizioni di acquistare immediatamente il prodotto cercato. I prodotti che compariranno saranno quelli caricati sul Google Merchant Center ed i pagamenti saranno possibili tramite Google Checkout

Approfondimento :

Inevitabilmente, quindi, la sfida di Google ad eBay e similari diviene diretta: sebbene riprodotta sotto forma di advertising, la vetrina dei Product Listing Ads è in pratica un modo per avvicinare acquirente e venditore rendendo la vita difficile ai marketplace esistenti. Inserita a livello teorico come un annuncio pubblicitario, la lista dei prodotti è però in pratica un piccolo marketplace insinuatosi tra Ebay e potenziali clienti. Si rinnova quindi una vecchia sfida mai del tutto sopita , sfida nella quale Google ha però sempre sofferto la presenza ingombrante e storica del concorrente. Così è stato inizialmente con Google Base (ed oggi la concorrenza non si limita certo al solo eBay); così sarà presto con Skype (se sarà confermata l’acquisizione di Gizmo); così è già per Google Checkout, da sempre surclassato dal dominio di PayPal.

I nuovi annunci indicano all’utente una immagine del prodotto, il nome ed alcuni prezzi. Il pagamento non avviene in virtù del click sull’annuncio, ma soltanto in caso di acquisto. Per l’inserzionista, quindi, non c’è onere alcuno ed i guadagni di Google scattano soltanto nel momento in cui l’acquisto viene formalizzato. Facile, peraltro, tener traccia dell’intera filiera poiché Google controlla tanto gli account dell’acquirente, quanto quelli del venditore, quanto ancora quelli del sistema di pagamento.

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